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Lo stato di insolvenza, ai fini della decorrenza del termine di prescrizione per l’azione di responsabilità degli amministratori, può essere desunto dal mancato deposito dei bilanci

 Con la sentenza n. 19051, depositata in data 19.09.2011, la Suprema Corte ha sentenziato che l’azione di responsabilità nei confronti degli amministratori dell’azienda fallita si prescrive in cinque anni e che lo stato di insolvenza può essere desunto dal mancato deposito dei bilanci.
Nel caso de quo, la Suprema Corte ha respinto il ricorso presentato dal curatore fallimentare che aveva esercitato l’azione di responsabilità avverso gli amministratori oltre i cinque anni dal mancato deposito del bilancio d’esercizio.
La sentenza in esame prende origine dal ricorso presentato da un curatore fallimentare avverso la sentenza della Corte d’Appello di Roma che respingeva l’azione di responsabilità da questo proposta contro gli amministratori, per intervenuta prescrizione quinquennale ai sensi dell’art. 2949 c.c
I motivi dedotti dalla curatela fallimentare, nel ricorso presentato davanti alla Corte di Cassazione, consiste essenzialmente nel sostenere che la Corte d’Appello avrebbe errato nel far decorrere la prescrizione dall’anno del mancato deposito del bilancio ma avrebbe dovuto tener conto di altri elementi probatori per stabilire la decorrenza della prescrizione.
La Corte di Cassazione, contrariamente a quanto affermato dal ricorrente, sancisce che il termine di prescrizione quinquennale dell’azione di responsabilità nei confronti degli amministratori esercitata dal curatore fallimentare ai sensi dell’art. 2394 c.c. e L. Fall., art. 146 inizia a decorrere non dalla data della condotta illecita, bensì da quella del verificarsi dell’insufficienza del patrimonio sociale a soddisfare i creditori, che non coincide con il determinarsi dello stato di insolvenza.
Ai fini della decorrenza del termine di prescrizione dell’azione ex art. 2394 c.c., (non è sufficiente il mero verificarsi, ma) è necessaria la oggettiva conoscibilità della situazione di incapienza patrimoniale in cui versa la società, che può essere desunta da una serie di elementi considerati nel loro complesso, quali la cessazione del deposito dei bilanci, la notorietà delle difficoltà nei pagamenti, l’essere i creditori in prevalenza operatori qualificati e dunque in grado di cogliere i sintomi della crisi patrimoniale della società.
Dunque secondo il ragionamento della Cassazione il mancato deposito dei bilanci è elemento utile per desumere lo stato di insolvenza della società.
Dott.ssa Antonella Vizza
SLCV

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